giovedì 24 settembre 2009

The surreal life


La mia sotto la Mole.
Premessa: i nomi e i riferimenti alle persone coinvolte non sono casuali, ma occultati per la mia sicurezza.

Allora, andiamo con ordine.

Capita che sei iscritta a un seminario (chiamiamolo così) in cui si parla di televisione.

Capita che una sera esci con gli altri per un aperitivo e finisci all'Imbarchino e a far da taxi per chi è a piedi e che torni a casa e ti vedi la fine di Shaun of the dead.

Capita che il giorno dopo il tuo neurone residuo, dopo quattro ore scarse di sonno, sia ancora lì che gira il caffè e inizia una giornata di nove ore di presentazioni di ricerche varie.

Infine capita che la giornata si concluda con l'anteprima di una serie televisiva di una emittente pubblica italiana.

La suddetta anteprima riguarda il primo di una serie di film tv tratti da racconti di scrittori famosi.

Il primo di questi è il tizio che sta in tivù con le mani così e le sagome di cartone dietro (Coliandro dixit)

Arrivata alla sede della proiezione, la segretaria generale di un importante premio televisivo internazionale in svolgimento a Torino, non chè ex cacciatrice di scomparsi, sottolinea la presenza di noi studenti e minaccia un fatidico q&a alla fine (anche perchè fare domande su un film che non hai visto un po' difficile, l'unica che mi è venuta è chiedere all'attrice protagonista perchè diamine si è fatta bionda...)
Vediamo il film, che tra l'altro è divertente, citazionista (polizziottesco, road movie, Scarface e spaghetti western), con bravi attori, regia un po' alla "guarda mamma, senza mani!!!", ma nel complesso non malvagio.

Alla fine, la segretaria ex cacciatrice di scomparsi reagisce al mio commento sul perchè non l'avessero sottotitolato in inglese per presentarlo anche alla platea internazionale con simpatica espressione assassina, che mi fa credere sia già comparsa la mia foto con su "IO non posso entrare" presso un cancello con vicino un cavallo a Roma.
Nonostante il desiderio impellente di fuggire, vieni (letteralmente) spinta nel mezzo al q&a, con la segretaria ex cacciatrice di scomparsi che ci sprona a far domande. In queste occasioni, in genere contemplo le scarpe come se ci fosse comparso sopra Ewan Mc Gregor (chè George ormai non lo considero). Ma dopo 30 secondi di silenzio imbarazzante parto io con sproloquio sulle citazioni cinematografiche nel film, su come funzionano nella storia (col regista lì che vuoi dire) per chiudere, guardando proprio lo scrittore che sta in tivù con le mani così e le sagome di cartone dietro, con la domanda come si sente a essere un "brand" della televisione di qualità?

Mi sa che si è offeso... Sarà dura farsi autografare altri libri.

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