venerdì 19 novembre 2010

Tipi da concerto


Vado spesso ai concerti da sola, probabilmente perché i miei amici non condividono appieno i miei gusti musicali e nondimeno per il fatto che frequento i 30enni più vecchi del mondo.

Nel corso degli anni mi sono accorta che comunque non sono la sola, c'è tutto un mondo là fuori di frequentatori solitari di concerti (aka the lonesome concert-goer)
Presento dunque senza indugio una breve rasssegna:

Tipo 1)
Il fan maniacale - (mi ci ritrovo l'80% delle volte)
Arriva in anticipo per piazzarsi sotto il palco, dove notoriamente si sente di merda, ma sei vicino al gruppo.
Recupera beni di sostentamento per la serata (birra - i più spirituali, che hanno raggiunto un livello ascetico di venerazione, acqua, ché nessuna sostanza vada a interferire con la musica), si piazza sotto il palco, centrale, difende con la tenacia di un alpino sul Carso il suo posto in prima fila. Dà le spalle al locale, in segno di dedizione totale, al massimo si concede qualche sguardo altezzoso ruotando la testa stile Linda Blair ne L'Esorcista. In genere si crede superiore a tutti gli altri convenuti, che sicuramente non amano né conoscono il gruppo quanto lui.

Pro:
- vedere bene i concerti,
- riuscire a leggere la scaletta in anteprima,
- (per i musicisti) poter valutare al meglio strumenti, cavetti, pedaliere, amplificatori, valvole e quant'altro,
- (per le groupie) stare molto, molto, vicino al gruppo.
Contro:
- essere l'unica persona sopra i 30 della fila (e almeno io sentirmi la zia di tutti quanti),
- danni irreparabili all'udito,
- essere circondato da adolescenti nerd che nonostante abbiano 12 anni conoscono a memoria la completa discografia del gruppo.

Tipo 2)
Il finto casuale - (il restante 20%)
Al concerto ci va perché il gruppo è interessante, lo incuriosisce, ma non può definirsi un fan vero e proprio, magari non l'ha mai sentito, ma l'amico dell'amico del cugino una volta ha suonato con loro e, cioè, spakkano proprio.
Arriva un po' prima, ma tranquillo.
Recupera beni di sostentamento per la serata (birra), e gironzola per il locale, all'inizio raso i muri, poi si lancia in attraversamenti diagonali della sala. Ai festival, si fa un giro tra il paninaro e i banchetti di vinili, cd e magliette.

Pro:
- a forza di girare capita che davvero incontri qualcuno che conosci, e di uscire quindi dalla categoria,
- ancora meglio conoscere qualcuno di nuovo, e una canzone del gruppo sarà la colonna sonora della vostra storia, c**zi vostri se siete fan dell'hardcore punk
- scoprire gruppi che ti piacciono

Contro:
- continuare ad avere l'aria un po' spaesata
- sparire nelle retrovie ed essere ingoiato dalla folla, finendo dietro all'immancabile tizio alto 1.90e coi capelli di Caparezza
- scoprire che era meglio non scoprire quel particolare gruppo

Tipo 3)
La zecca da festival (tratto da una storia vera)
In parte una sottospecie del fan maniacale del punto 1).
Solo, si aggira con lo sguardo spiritato. E' circondato da un'aura di socialità non richiesta. Scruta la sala/il prato cercando di stabilire un contatto visivo con qualcuno, non importa se la vittima sia sola o in gruppo. Una volta riuscito si attacca al malcapitato iniziando a parlare, del gruppo, del concerto, del festival, della storia della musica mondiale dagli Assiri a oggi. Ti travolge con un mare di parole, di citazioni, di aneddoti. Quando discretamente tenti di seminarlo dirigendoti verso il bar, si scopre il suo vero obiettivo: "Non è che mi presti un euro ché ieri ho speso tutto a sentire _insert group here_ a Milano e sono un po' a corto?". Gli offri una birra sperando di zittirlo e lui, soddisfatto, tace.

Pro se appartieni alla categoria:
- birra gratis,
- trovare un tuo simile e quindi annichilirvi a vicenda a furia di citazioni e aneddoti.

Contro (se ne sei vittima)
- dover offrire la birra,
- essere stordito dalle chiacchiere e non riuscire a sentire il concerto,
- essere abbandonato dai tuoi amici che, iene, si allontanano lasciandoti al tuo destino. Li ritroverai alla macchina, e solo perché sei tu che hai le chiavi.

giovedì 18 novembre 2010

Life during wartime #2

Interno.
L'uomo fissa il panorama oltre il vetro appannato della finestra. Sta calando la sera.
Un soldato bussa alla porta, non aspetta risposta ed entra.

-Signore, notizie dal fronte.
-Ebbene?
-Situazione di stallo, signore. Non riusciamo a conquistare terreno, mentre gli altri eserciti avanzano. L'inverno si avvicina, le piogge degli ultimi giorni non sono che l'inizio.
-Dobbiamo puntare sulla popolazione civile. Si avvicina l'anniversario della fondazione, intensifichiamo i messaggi della propaganda. Devono capire che noi siamo dalla loro parte.
-Bene signore, riferirò gli ordini.


Il soldato esce. Fuori continua a piovere.

lunedì 8 novembre 2010

Un paio di giorni sotto la Mole

Avercene di weekend così.
Di quelli in cui non sai veramente cosa scegliere, in cui starsene a casa è un delitto, in cui dovresti essere una e trina per correre dappertutto.

Nel mio piccolo, dopo aver dato sfoggio di capacità culinarie di cui a breve renderò conto sulla fuffa (realizzando di conseguenza che sono una donna da sposare o una cuoca da assumere - secondo esigenza), sono andata (in ritardo) a sentire Stelarc al Museo di Scienze Naturali per lo Share Festival. Parlava di questo, per la cronaca.

Poi c'è stato tempo per un aperitivo al Lutece, prima di andare a San Salvario, per Paratissima e il concerto da balcone dei Motel connection. In pratica un isolato di street parade.



Poi c'erano le mostre, la gente, la temperatura perfetta, il casino. E un tizio che mentre suonavano i Motel connection, sfodera il suo iPhone e consulta la pagina Wikipedia su Chiamparino (giuro!).

Domenica mi sono consumata i piedi su e giù per l'Oval per quella fiera delle vanità che è Artissima. Come al solito la cosa più interessante era fare people watching, ma l'allestimento di quest'anno e la casa delle contaminazioni mi sono piaciute tantissimo.

Poi di nuovo Paratissima per vedere quello che mancava dal giorno prima, l'aperitivo al Biberon, e praticamente una media di pastis gentilmente preparata al banchetto della manifestazione in Piazza Madama Cristina e sorseggiata al ritmo di pizzica.

E a casa infine, a calmare i miagolii della gatta affamata.
Related Posts with Thumbnails