domenica 9 marzo 2008

6 Nazioni



Primavera, da un po' di anni, per me significa anche 6 Nazioni.
Per chi non lo sapesse, il 6 nazioni è un torneo di Rugby che si disputa dal 2000 tra Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda, Francia e Italia. Prima si chiamava 5 nazioni e noi eravamo quelli fuori.
Nel 6 Nazioni l'Italia si scontra con chi ha inventato il gioco (gli inglesi, a Rugby, nel Warwickshire) chi per estensione ci gioca da cent'anni (il resto del Regno Unito) e chi l'ha portato sul continente con i risultati migliori.
Ovvio farci la figura della Cenerentola della situazione.
Per me dunque, la Primavera porta Bortolami sullo sfondo del desktop che urla mostrando il paradenti tricolore.
Il rugby non lo seguo da moltissimo, e seguo soprattutto la nazionale nei pochi momenti di visibilità che ha. In compenso ho avuto modo di apprezzarne alcuni aspetti che, soprattutto se paragonato al calcio, me lo fanno considerare uno tra gli sport migliori al mondo.E ora vi elenco la top five di questi motivi:

1: E' uno sport di squadra vero, non c'è spazio per personalismi.
2: E' uno sport fisico dove spesso ti fai male e molto.
3: Nonostante il punto 3 è uno sport molto più leale del calcio
4: Schiera 30 omoni che si rotolano nel fango.
5: Ha inventato il terzo tempo, un momento di condivisione vero, senza bisogno di imporre un'ipocrita sfilata come nel calcio.

Tra i motivi che per scrupolo lascio fuori dalla top five ci sono Jonny Wilkinson e Mirko Bergamasco per considerazioni estetiche più che atletiche, il fatto che abbia dato l'ispirazione a Paolini per "Aprile '74 e 5", che ogni volta che lo vedo riesco a ridere e piangere insieme. Come direbbe il papà di Calvin, è uno sport che forgia il carattere. E di carattere ne devi avere un sacco per correre con una palla in mano mentre un tizio di due metri e cento chili (approssimati per difetto) ti corre incontro con il preciso obiettivo di abbatterti.

Chi ga vinto?
Oggi per l'Italia è giornata amara per la sconfitta con la Francia, di nuovo a causa di alcune c***ate che ci si poteva risparmiare. Confido nel 15 marzo, sotto il sole amico e nell'abbraccio rassicurante del Flaminio.


P.S.: confido anche che il Marchese De Pacchis si ricordi la mia maglia...

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