Chi come la sottoscritta va in ferie in periodi di bassa stagione per risparmiare tempo e denaro, si ritrova di solito a godersi la metropoli in nel pieno di ondate di caldo dai nomi infernali.
Cosa c'è di meglio quindi per vincere la calura, di piazzarsi davanti al ventilatore e cercare di tornare là dove c'è una cascata che nasce da un lago, che è alimentato da un fiume, che è costeggiato da foreste, che sono ricoperte di neve, che al mercato mio padre comprò?
Portland in particolare ma l'Oregon tutto in generale è il Beervana, o Brewvana o quel che volete, ma il concetto resta chiaro: lo stato dei castori è pure quello delle birre artigianali.
Nel nostro piccolo, aiutati da un ospite che quando gli dici "Mi piacerebbe provare un po' di birre locali" prende la cosa molto sul serio, salvo poi mostrare una resistenza e un fegato allenato molto più del nostro, ci siamo dati da fare almeno nelle serate trascorse a Portland, per poi mollare il colpo scendendo verso la California, anche se abbiamo tentato il più possibile se non di restare in media, almeno di non diventare improvvisamente astemi.
A quanto pare il formato inferiore alla pinta è cosa sconosciuta in Oregon, e i baristi e i camerieri fanno magicamente comparire nuovi bicchieri pieni a sostituire quelli vuoti, il che, aggiunto a prezzi che definirei concorrenziali rispetto ai nostri qui, ha contribuito a far nascere nei nostri cuori una genuina ammirazione per i produttori locali. Che non si tirano indietro davanti alle sperimentazioni: abbiamo bevuto birre con retrogusto di lime, mandarino, albicocca, fragola, zenzero, peperoncino, zucca dolce, varie ed eventuali.
Ecco quindi un elenco non esaustivo delle birre che abbiamo provato, in ordine di bevuta e non di preferenza, ché di fare una classifica tanto non saremmo capaci:
Vi siete documentati guardando tutte le stagioni di Portlandia?
Bene, ora parliamo di Portland allora.
1) Portland ha una sottile rivalità con Seattle. un po' forse perché sono entrambe famose per cose come la scena musicale indipendente, il caffè, orde di hipster e la pioggia.
Questa è la ridente Portland che si è disvelata il giorno dopo l'arrivo:
2) A Portland c'è Powell's, che vende libri nuovi e usati e rivaleggia in grandezza con la sempre amata Strand a New York. Lì ci ho preso le guide a Portland del post precedente e un paio di volumi imprescindibili.
che sono:
Hip: The History, di John Leland, Harper Perennial, 2005
The Ecstasy of Influence, di (serve dirlo?) Jonathan Lethem, Vintage Books, 2012
Più una favolosa borsa che si aggiunge alla famigliola Strand e ovviamente con un uccello sopra
"You put a bird on something and you call it art" (cit. Portlandia)
3) A Portland si mangia bene, fanno tutti attenzione a consumare cibo biologico/organico/a km zero ecc ecc...
Poi però salta fuori questo:
Voodoo doll di Voodoo Doughnuts. Ciambeeella aaaahhh (à la Homer Simpson) ripiena di marmellata di lamponi, ricoperta di cioccolata e infilzata da un salatino.
Non abbiamo avuto il coraggio di provare quella al bacon e sciroppo d'acero.
4) A Portland si beve anche meglio, è pieno di pub e birrifici artigianali, di cui manca in parte la documentazione fotografica per mia fortuna...
Qui sopra The Henry, che non è un birrificio, ma ha un bancone favoloso, con una serpentina gelata che scorre lungo tutti i lati e ti tiene fresca la birra.
Momento di pausa sugli Oregon facts ma nemmeno più di tanto.
Oggi è mancato Douglas Engelbart, per metterla giù semplice il papà del mouse, una di quelle cose senza le quali non saremmo nemmeno qui a scriverci e leggerci.
Tornata sotto la Mole dopo una breve ahimé trasferta sulla West Coast, la Giù ha deciso di riunire qui qualche informazione più dettagliata sulla meta del suo viaggio, ovvero l'Oregon e la California del Nord.
Se avete voglia, tempo e denaro, per accasciarvi 2+11+2 ore sul micro sedile di Economy class di un volo United Airlines*, senza contare le attese sui micro sedili dei gate degli aeroporti di mezzo emisfero boreale, qui troverete qualche spunto per farvi passare un po' di tempo nel Pacific Standard Time.
*che tra l'altro non offre nemmeno lo schermino personale, quindi ti tocca vedere quello che hanno scelto per te. Se non altro a questo giro sono rimasta in tema Portlandiano rivedendo Promised Land di Gus Van Sant.
Si va a cominciare con qualche informazione sull'ameno stato dell'Oregon, che per somiglianza manifesta potrebbe essere un ottimo luogo di vacanza per i cittadini della (un tempo) frizzante capitale sabauda spaventati dall'ignoto.
Il tutto nasce dall'assunto: l'Oregon è come il Piemonte e la Liguria messi insieme, con qualche spruzzata di Dolomiti e una popolazione decisamente più affascinante delle suddette regioni.
Via che si va con gli Oregon facts #1 - Getting ready
ovvero: prima di parlarvi di Portland e del resto, vi parlo di cose che parlano di...
1) Per prima cosa bisogna documentarsi.
Quindi: vi guardate tutte le stagioni di Portlandia. Rispolverate quella camicia di pile a quadrettoni che tenete chiusa in un cassetto dal '97 (voi - la sottoscritta la usa ancora, almeno a sciare), gli anfibi e una maglietta dei Breeders e piazzatevi sul divano, con una birra artigianale in mano se possibile.
Questa serie dirà tutto ciò che dovete sapere su Portland, sui suoi abitanti, sui suoi usi e costumi.
2) Se siete più da vecchia scuola, e senza una guida vi sentite persi, lasciate perdere la Lonely Planet (quella sugli Stati Uniti occidentali dice che Portland ha un lungomare.
Distanza da Portland al mare: 77,9 miglia.
Ritenta con lungofiume semmai e sarai più fortunato).
Allora dicevo, se siete vecchia scuola ecco un paio di acquisti fatti in loco che si sono rivelati piuttosto utili:
A sinistra:
Portlandia, a guide for visitors, di Fred Armisen e Carrie Brownstein, Grand Central Publishing, Boston-New York, 2012
Esilarante, e utile, essere accompagnati per la città dai personaggi dello show.
A destra:
This is Portland, di Alexander Barrett, Cantankerous Titles, Portlans, 2013 (una delle 3000 copie stampate, mica pizza e fichi)
Lui lo amavo per i filmati informativi su Portland che sono stati la colonna portante di questi mesi di preparazione, e li trovate sul canale YouTube di TravelPortland
3) Per capire se la città vi ispira niente di meglio che vedere a chi ha dato i natali.
4) Portland dal 2003 è gemellata con Bologna, ma il numero di hipster non è nemmeno lontanamente paragonabile. Non so quanto questo deponga a suo favore, ma sicuramente qui hipster non è una moda, ma uno stile di vita, poi soprattutto a nessuno frega molto di come vai in giro combinato.
5) Portland è la città delle rose, come recitano pure vezzosi cartelli sulle macchine della polizia.
Ora che ne sapete qualcosa in più, scommetto che non vedete l'ora di leggere il seguito....
Per adesso un po' di fretta solo per dire una cosa: ché se mai ne ho avuto la consapevolezza e avvertito la necessità, e ieri è stato uno di quei giorni, la cità della Mole è sicuramente il mio centro di gravità - quanto permanente non so, spero il più a lungo possibile.
Cose successe ieri:
Flash Book Mob in piazza Carignano, molto bello, con un sacco di gente seduta/in piedi/in bici a leggere in silenzio/ad alta voce e lo sguardo più o meno attonito dei passanti.
Noemi di Tazzina-di-caffè che ne scrive molto meglio di me.
Io mi sono messa a leggere sotto lo sguardo benevolo di Vittorio Alfieri Afghanistan Picture Show di William T. Vollmann.
Chè poi qualche mezz'ora dopo in Piazza Carignano c'era questa luce qui, e ditemi voi se non è uno spettacolo.
E infine c'era Piazza San Carlo stracolma di gente per il concerto di Battiato, e sentirla tutta cantare fa sempre un bell'effetto.
Mamma: Sei uscita ieri sera? La Giù: Sì, sai è iniziato Traffic, bisogna pur andare ora che è pure in centro. M: Chi suonava? LG: De Gregori, poi Cristina Donà (averla sentita) e Le luci della centrale elettrica. Serata cantautorale. M: Stasera vai? LG: Non so ancora andrei soprattutto per i Tre allegri ragazzi morti però forse ho da fare. Domani però ci sono i Verdena e la PFM quindi mi sa che vado. M: Ah la Premiata Forneria Marconi! Ma suonano ancora? Sono dei miei tempi! LG:......................
Ora, non potete apprezzare la surrealismo dell'ultima battuta del dialogo senza sapere che mia madre in macchina ascolta i Langaroli, ché già le due cassette dei successi dei Nomadi sono state una rivoluzione (è pure andata allo storico concerto di Bernezzo).
Mia madre conosce la PFM. Scusate ma non mi sono ancora ripresa.