lunedì 25 maggio 2009

GTT stories / 2



L'autobus mi tocca prenderlo spesso anche la sera, per una serie di motivi che sono:
1) se vado al primo spettacolo riesco comoda anche a tornare a casa
2) non mi devo preoccupare del parcheggio
3) non inquino
4) non passo due ore col terrore che mi freghino la bici
5) non rischio la morte per tornare a casa pedalando nel buio.

Sull'autobus, come in treno, non sono proprio una compagnona, mi barrico spesso dietro l'accoppiata libro + Ipod e non concedo molto della mia attenzione.

L'anno scorso ero sul 61 diretta verso il Massimo.
A un certo punto, sento qualcuno che discute infervorandosi, e vedo questo tizio, non proprio in forma, che arringa la folla (composta da un paio di studenti, qualche anziano).

"Perchè io sono più comunista di tutti!!!"

Al che spengo l'Ipod e decido di sentire i proclami.

"Io sono più comunista di D'Alema, di Rutelli (e sai che ci vuole! N.d.G), di Veltroni (idem). Io ero comunista da prima di Berlinguer, e più di Togliatti"

"In Russia sì, che si rigava dritto, mica come qui"

"La rivoluzione bisognava fare, la rivoluzione"

Con mio rammarico, devo scendere e mi perdo il resto del dibattito.

Al ritorno, per caso risalgo sul 61 in direzione Porta Nuova. E chi c'è di nuovo a sollevare il tono politico della situazione? Sempre lui, ovvio.

Solo che percepisco un cambio di schieramento:

"La DC, quello sì che era un partito, mica come oggi" (il tema dei bei tempi andati è bipartisan)

"Andreotti è un uomo di potere, non ce n'è più così"

"La DC ha impedito che i comunisti ci vendessero ai Russi"

Ecco che sui mezzi pubblici, hai la possibilità di incontrare la versione schizofrenica del compromesso storico.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Lo confesso...
Il mio repertorio di aneddoti targati gtt si è impoverito drammaticamente negli ultimi anni, da quando insomma il servizio di trasporto pubblico torinese ha visto crollare i miei investimenti nella sua azienda. In sostanza per me ormai GTT significa automezzo che mi porta dalla giù!:-D
E confesso anche di aver messo nel cassetto dell'oblio tutti i, come dire, DISAGI dell'utilizzo. Del tipo: sei uscita di casa giusta...ma proprio giusta, che se incontri una folata di vento contraria sei fregata perchè ti rallenta la corsa e rischi di far saltar tutto il tuo piano d'attacco. Poi arrivi alla fermata e vedi tutti gli autobus andare nella direzione sbagliata e hai negli occhi lo stesso sconcerto delle vecchine imbellettate ferme da chissà quanto tempo (magari tue coetanee invecchiate nell'attesa...) e mentre corri bestemmiando sotto il caldo torrido di un maggio agostesco pensi che hai lo stesso colore e lo stesso odore di quei poveri operai che posizionano il porfido su una futura via pedonale.

Roberto ha detto...

In una situazione simile io ho continuato ad ascoltare la musica ed ho apprezzato lo spettacolo della teatralità dell'esagitata (nel mio caso era una donna) ed il contrasto con gli sguardi imbarazzati degli astanti.

Non ho mai saputo di cosa parlasse ma per me l'esperienza era completa così.

Certo che un campione di trasformismo come il tuo meritava di essere ascoltato :-)

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